Nel formare i giovani cittadini é essenziale cercare di abituarli a cooperare con slancio, a dimenticare i loro desideri e sentimenti personali quando si tratta di procurare il bene dell’intera opera in cui sono impegnati, si tratti di lavoro o di gioco. Si può dire ai ragazzi che è come nel gioco del calcio. Devi giocare al tuo posto e secondo le regole: non cercare di essere l’arbitro se giochi come mediano; non smettere di giocare perché ne hai abbastanza, ma dacci dentro, con slancio e fiducia, con l’occhio alla rete avversaria, per la vittoria della tua squadra, anche se tu cosa facendo puoi prenderti un calcio negli stinchi o fare un ruzzolone nel fango.

Ma la forma migliore di istruzione ché può dare un capo riparto è con la forza dell’esempio. È essenziale, per riuscire a dare ai ragazzi la giusta formazione del carattere, che egli stesso metta in pratica ciò che predica. I ragazzi imitano, e ciò che esce fuori dal capo essi lo raccolgono e lo riflettono. Le istruzioni, e in particolare gli ordini, sono tali da avere sui ragazzi effetti diversi e perfino opposti: ordina a un ragazzo di non fumare, e subito egli è tentato di provarci come se fosse una avventura; ma dagli l’esempio, mostragli che qualunque sciocco può fumare, ma che uno scout non fuma, ed é un’altra cosa.

Perciò è molto importante che ogni capo riparto, data la grande responsabilità che porta sulle spalle, si esamini accuratamente, sopprima tutti i minori difetti che egli può avere (anzi, avrà di sicuro), e si eserciti a mettere in pratica ciò che predica, così da dar il giusto esempio ai suoi ragazzi e aiutarli a formarsi la loro vita, il loro carattere e la loro carriera.

Le nostre regole dicono che un capo deve sottoporsi a un periodo di prova prima di ricevere la nomina. Ciò al fine di dargli la possibilità di scoprire se lo scautismo è veramente fatto per lui, se egli è capace di ignorare piccole preoccupazioni personali o punzecchiature, di sopportare le molte difficoltà e delusioni preliminari, di inserirsi nel posto assegnatogli e applicare con lealtà le direttive dategli, anche se non sono esattamente come lui le vorrebbe; se, in una parola, egli sa giocare al suo posto e sa giocare il gioco per il bene della comunità.

Se ne è capace, allora potrà compiere l’opera più bella che un uomo possa fare, cioè insegnare ai suoi fratelli più giovani le grandi virtù della tenacia e della disciplina, del coraggio e dell’altruismo. Se, al contrario, non ne è capace, la sola soluzione onorevole è quella di dimettersi, anziché quella poco virile — tipica, del resto, di quelli che falliscono in ogni campo di attività — di piagnucolare sui suoi cosiddetti diritti, di lamentarsi della cattiva sorte, e in genere di farsi male dando calci alle spine; e così facendo, nel suo egoismo, di dare il peggior esempio ai ragazzi attorno a lui, e di insegnare loro come non comportarsi da uomini.

 

(da Headquarters’ Gazette, luglio 1910)


Comments are closed