Questo mese scrivo i miei appunti dal campo. Spero che molti capi riparto avranno potuto, come me, passare le loro vacanze al campo. Se essi avranno apprezzato la vita di campo la metà di quanto la sto apprezzando io, sarà già più che sufficiente.

Son certo che una settimana o due di tale vita è la miglior cura di riposo e il miglior tonico che esista, sia per la mente che per il corpo, sia per i ragazzi che per i vecchietti! E per ambedue il campo è un grande educatore. Dicendo campo intendo dire il campo nei boschi, non l’accampamento di tipo militare che irreggimenta un gran numero di ragazzi insieme sotto le tende. Tra questo campo e quello che io consiglio c’è la stessa differenza che tra un maggiolino e un’oca.

Un campo scout, se deve avere un qualche effetto positivo sul piano educativo, deve appartenere al tipo di « campo nei boschi », Molti campi di tipo militare, anzi la maggior parte di essi, sono destinati a far più male che bene ai ragazzi, a meno che non siano eccezionalmente ben diretti e sorvegliati da vicino. Invece il campo dell’uomo del bosco, se condotto come si deve, dà al ragazzo in ogni momento qualcosa da fare e gli insegna a trarsi d’impaccio per suo conto.

Un campo grande deve necessariamente esser condotto con una considerevole dose di disciplina di tipo formale. Per istruire e tener occupati i ragazzi occorre organizzare parate di tipo militare, corvées, ispezioni alle tende, appelli, bagni di gruppo sorvegliati, e così via. Se non fosse per la vita all’aria buona ed aperta, questo tipo di campo potrebbe quasi altrettanto bene esser condotto nelle caserme delle città; non insegna ai ragazzi nulla in fatto di formazione individuale, abitudine a sapersela cavare da soli, spirito di responsabilità, studio della natura, e molti piccoli (anche se in realtà importanti) aspetti della formazione del carattere per i quali il campo dell’uomo del bosco è la scuola migliore, se non addirittura l’unica.

Quest’ultimo tipo di campo, tuttavia, può essere condotto solo con un numero limitato di ragazzi: da 30 a 40 è il massimo numero con il quale esso è possibile. Ed anche in tal caso solo se il sistema delle Squadriglie è utilizzato realmente ed a fondo.

Naturalmente, è facile per chi scrive da un campo ideale del tipo descritto immaginare che ognuno si trovi nella sua stessa situazione, ma non è questo che intendo fare. Mi rendo conto delle difficoltà che un Capo Riparto deve affrontare oggi in Inghilterra; ma, a coloro che forse non hanno considerato il problema molto attentamente, e che, per abitudine o per gli esempi visti, tendono ad adottare il campo di tipo militare quale forma consueta e vantaggiosa per i ragazzi, desidero mostrare quale è l’ideale cui mirare. Ciascun Capo Riparto può seguire tale ideale con la massima fedeltà permessagli dalle circostanze locali.

 

(da Headquarters’ Gazette, settembre 1911)


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