La «Carta dei principi naturali e cristiani dello Scoutismo Europeo» è uno dei «testi fondamentali» dell’UIGSE-FSE. Bruno Rondet ci presenta le sue riflessioni su questo importante documento federale.

Enunciato dell’articolo 7

Lo scautismo si definisce come un metodo di educazione: differisce per questo, nella sua natura e nei suoi fini, da quei movimenti di gioventù il cui obiettivo è quello di servire lo Stato o un’ideologia politica, laica o spiritualistica che sia. Contrariamente ai movimenti di gioventù, esso si considera, parallelamente alla scuola, come elemento complementare della famiglia alla quale appartiene originariamente il ragazzo.

Significato

Come movimento educativo, lo Scoutismo Europeo sceglie un percorso che privilegia la formazione completa della persona. Questa formazione umana e cristiana comporta delle giuste esigenze spirituali. Ostile a qualsiasi annessione ideologica e politica, rifiuta la concezione totalitaria dei movimenti giovanili di stato. Rispetta le differenze di razza, lingua, cultura e religione. Complementare all’azione dei genitori, riceve una parte dell’autorità delle famiglie sui giovani, i cui genitori sono i principali responsabili.

Per quanto riguarda la scuola, purtroppo, va notato che, dagli anni della stesura della nostra Carta, in alcuni paesi non tutte le scuole rispondono più alle preoccupazioni educative dei genitori.

1/. Lo scautismo vuole formare i giovani nell’integralità del loro essere

Lo scautismo è stato voluto da Baden-Powell e dal padre Jacques Sevin come un metodo completo di educazione per tutta la persona. Complementare alle famiglie che gli affidano i figli, vuole formare dei giovani nell’integralità del loro essere, cioè non solo nella loro dimensione umana, ma anche in quanto battezzati.

Chi legge le opere di B.-P. non può che essere colpito dai suoi continui riferimenti a Dio, alla religione, ai precetti evangelici. In questo si mostra un pedagogo molto saggio, se si ha in mente la costituzione dell’essere umano e il modo in cui le zone dell’essere interagiscono tra loro.

Il Dr. Patrick Thellier[1] spiega: “L’anima, situata tra corpo e mente, collegata al mondo attraverso il corpo e al mondo spirituale attraverso la mente, che permette l’interazione tra mente e corpo, è il perno di tutto l’essere.

Il suo ruolo non è semplice. Essa deve inclinarsi verso il corpo, vitalizzarlo, e salire verso lo spirito, spiritualizzandosi. Nell’uomo perfetto, così come è stato creato, c’è una gerarchia: il corpo è sottoposto all’anima, l’anima allo spirito, e lo spirito si nutre di Dio. Quest’uomo è nel paradiso: è pienamente compiuto, pienamente felice. Egli regna amorevolmente sulla creazione”.

Se l’essere umano si separa dalla sua fonte divina, questo equilibrio viene distrutto. Egli inizia a funzionare a vuoto, causando la disintegrazione della persona. Patrick Thellier lo spiega come segue: “D’altra parte, l’inversione dei valori, l’inversione dell’ordine voluto da Dio per la nostra felicità, dove l’inferiore invade il superiore, è l’anticreazione, che porta alla disintegrazione della persona, a ciò che si chiama peccato. Nel peccato, lo spirito dell’uomo si allontana da Dio, si separa dalla fonte che lo fa vivere.

Quando l’uomo vuole fare solo di testa sua, lo spirito è nutrito dall’anima, questa prende la direzione dell’essere cercando il suo nutrimento a partire dal corpo. Si consuma e non può che inclinarsi verso la distruzione e il nulla.

Tutto ha senso. Il fisico, il mentale e lo spirituale si influenzano costantemente a vicenda.

L’essenziale, quindi, è chiarire la fonte che è dentro di noi per lasciare che lo Spirito Santo agisca il più profondamente possibile su tutti gli strati del nostro essere”.

La Chiesa riconobbe rapidamente lo scautismo come un valido strumento per l’educazione alla fede e per la crescita della vita cristiana. Infatti, attraverso la Promessa Scout e l’applicazione della Legge, offre un metodo educativo che consente di collaudare gli atteggiamenti e i comportamenti di fede durante la crescita del ragazzo. Attraverso la Buona Azione quotidiana permette un’educazione alla carità gratuita. Attraverso il contatto con la natura permette di scoprire Dio Creatore. Infine, il Sistema delle Squadriglie consente l’apprendimento della corresponsabilità, che faciliterà in seguito l’impegno sociale o ecclesiale.

Ogni Capo deve quindi essere consapevole che ogni battezzato è “creatura nuova” (2 Cor 5,17), “figlio e figlia adottivi di Dio” (Gal 4,5-6), “membro di Cristo” (1 Cor 6,15) e “tempio dello Spirito Santo” (1 Cor 6,19). Perciò, come Capi, siamo necessariamente al servizio della vita soprannaturale di coloro che ci sono affidati e della loro educazione religiosa.

“Anche se a livello federale la F.S.E. non è legata nel suo insieme ad una sola Chiesa, tuttavia ogni membro della F.S.E. deve appartenere a una Chiesa, o prepararsi a questa appartenenza”[2]. Nessuno può pronunciare la Promessa Scout (o Guida) se non è battezzato, o impegnato in una formazione catecumenale. Attraverso questa Promessa ci si impegna a servire “Dio, la Patria e l’Europa”. Ora il servizio della Chiesa suppone che uno sia incorporato in essa attraverso il battesimo.

2/. Il nostro Scoutismo è chiamato a essere uno strumento di santificazione

Dobbiamo andare oltre. Come affermano anche la Cerimonia della Partenza Rover, o Scolta, e l’Articolo 3 del Direttorio Religioso della Federazione dello Scoutismo Europeo: “La F.S.E. dà il primato alla vocazione di ogni cristiano alla santità. Uno Scout, o una Guida, devono vivere la Promessa, i Principi e la Legge secondo le esigenze dello spirito del “Discorso della Montagna”, che è la vera carta di ogni vita cristiana”. La Guida e lo Scout d’Europa non devono quindi mai dimenticare che le otto Beatitudini sono simboleggiate dagli otto punti della Croce che tutti portano sul petto e che devono formare la “cultura del cuore” di ogni Guida o Scout d’Europa.

Con il terzo principio: “Lo Scout (La Guida) cosciente della sua eredità cristiana, è fiero della sua fede; egli lavora per realizzare il Regno di Cristo in tutta la sua vita e nell’ambiente che lo circonda”, la FSE ci ricorda la bellezza della nostra eredità cristiana e traccia il nostro cammino verso la santità. Essa fonda la sua Promessa Scout, i suoi Motti, i suoi Principi e la sua Legge sulla luce del Vangelo. Vuole essere collaboratrice di Dio Educatore, per condurre l’uomo verso la grandezza per cui Dio lo ha creato.

In questa prospettiva siamo tutti chiamati a promuovere, a tutti i livelli, in modo adeguato alle diverse età, un approfondimento della fede insegnata dalla Chiesa e uno stile di vita profondamente sacramentale. Dobbiamo considerare come parte integrante dello “stile scout” dei nostri dirigenti e dei giovani a loro affidati la partecipazione alla vita della Chiesa a livello parrocchiale, diocesano e universale.

Se fosse ancora necessaria una conferma, il capitolo V della Costituzione “Lumen gentium” del Concilio Vaticano II, come l’esortazione “Christifideles laici”, afferma chiaramente che ogni associazione di fedeli laici (cosa che noi siamo) è chiamata a essere strumento di santità nella Chiesa, promuovendo e favorendo “una più intima unità tra la vita pratica dei suoi membri e la loro fede” (Apostolicam Actuositatem AA 19).

Il nostro Scautismo è dunque chiamato non solo a risvegliare in ogni giovane la prima e fondamentale vocazione alla santità, ma anche ad essere lo strumento di questa santificazione.

3/. Una educazione differenziata per uomini e donne

Inoltre, fin dalla nostra fondazione nel 1956, l’esperienza ha pienamente confermato la validità della scelta iniziale dei nostri fondatori, che prevedeva la differenziazione dell’educazione tra ragazzi e ragazze. La scelta di una differenziazione tra le Sezioni femminile e maschile, in conformità con la formulazione del Metodo Scout di Baden-Powell, rimane un elemento essenziale della nostra pedagogia.

Questo significa che la FSE vuole far crescere i giovani come persone, nella loro specificità di uomini e donne, l’uno per l’altro, in vista del matrimonio cristiano voluto da Dio, che richiede coscienza e maturità. L’educazione differenziata che realizziamo non deriva da eccessive paure, ma dal fatto che una lunga esperienza dimostra che lo sviluppo pieno e armonioso dei ragazzi e delle ragazze, soprattutto nell’adolescenza, richiede un ambiente omogeneo. Questa separazione permette a ognuno di divenire sé stesso, prima di aprirsi all’altro al momento opportuno.

4/. Un’esperienza di universalità

Infine, l’esperienza di una fraternità scout internazionale, all’interno dell’Unione Internazionale delle Guide e Scouts d’Europa, è un mezzo privilegiato per sperimentare l’universalità della Chiesa di Cristo. Ci permette di vivere un dialogo ecumenico e interreligioso, che ci aiuta a crescere in atteggiamenti di rispetto reciproco e di fraternità internazionale.

Infine, le necessità del movimento scout, come quelle di qualsiasi altra organizzazione, non potranno mai prevalere su quelli dell’educazione dei suoi membri.

Bruno Rondet

(segue)

[1] Dottore Patrick Theillier, già medico responsabile del Bureau Médical di Lourdes, già Presidente dell’Associazione Medica Internazionale di Lourdes (AMIL), membro del Comitato Medico Internazionale di Lourdes (CMIL), in «LOURDES des miracles pour notre guérison », Editions Parole et Silence, 2016, da pag 227 a 229.

[2] Articolo 4 del Direttorio Religioso della Federazione dello Scoutismo Europeo. Questo articolo specifica che la FSE accetta solo i giovani e le associazioni che appartengono a una delle seguenti chiese: la Chiesa cattolica, la Chiesa ortodossa o una delle comunità evangeliche nate dalla Riforma che confessa la divinità di Cristo e riconosce il Simbolo degli Apostoli come una definizione della fede. Il Simbolo di Nicea-Costantinopoli è il frutto dei primi due Concili ecumenici ed è comune ancora oggi a tutte le grandi Chiese dell’Oriente e dell’Occidente. Tuttavia, il movimento accoglie con gioia i giovani e le giovani di tutte le età e di tutte le estrazioni in ricerca o in attesa spirituale per proporre loro il Vangelo.


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